Quarantena e Ansia di Gabriella Ciampi
Psicologa – 25 marzo 2020
Oggi vi parlerò di ” Quarantena e Ansia “. In questi giorni di isolamento prolungato, ci stiamo sforzando tutti di mantenerci calmi e razionali ma non possiamo pensare di poter escludere completamente le emozioni dal nostro modo di fare e di reagire. Qualcuno in casa può talvolta rispondere in modo brusco e sgarbato oppure sentirsi molto giù in certe giornate, avere una fame nervosa che non riesce a controllare o avere pensieri negativi.
La paura del contagio e l’ansia legata all’incertezza sul futuro, creano uno stato di allerta che comincia ad essere cronico, cosa che genera stress e senso di stanchezza. Inoltre la quarantena ha interrotto la vita normale costringendo molti o alla solitudine o alla convivenza forzata, entrambe condizioni difficili se non vengono scelte liberamente come in questo caso.
SINTOMI ANSIOSI. Qualcuno sta sentendo sintomi ansiosi per la prima volta in questo frangente, scoprendo per esempio come reagisce stando a casa e cambiando abitudini, non essendo impegnato/a come prima in attività esterne o eliminando le uscite con amici o nei locali, o restando a contatto continuo con i familiari e con l’ambiente di casa.
C’è anche chi già da prima soffriva di un disturbo d’ansia, per esempio di ipocondria o di ansia generalizzata. In questo isolamento forzato può darsi che qualcuno si senta più protetto e senta un po’ meno agitazione, per esempio chi ha una sindrome agorafobica; d’altra parte, chi è claustrofobico e vive in un ambiente piccolo, potrebbe star peggio. Difficile capire se si sta meglio o peggio dal momento che comunque è una condizione fisica difficile che sta mettendo alla prova chiunque, anche per la durata indefinita.
COME SI PUO’ GESTIRE L’ANSIA?
Abbiamo imparato che una quota giusta di ansia è funzionale, utile per attivare nell’ individuo la risposta ad un pericolo o a qualcosa percepito come minaccia. L’ansia diventa fonte di vero disagio quando avendo superato il livello di soglia utile, ha effetti controproducenti ed è lei a gestire noi. Capiamo che c’è un’ansia eccessiva quando si sente tensione fisica, disagio interno, agitazione, disturbi del sonno, comportamento alimentare disordinato o incontrollato, ad un’intensità talmente alta da uscire dalla propria capacità di controllo.
ASCOLTIAMO IL CORPO
Proviamo a soffermarci su queste sensazioni del corpo, ascoltandole, individuando la parte del corpo più a disagio (stomaco, spalle, gambe?).
E’ questo un modo per conoscere meglio se stessi e come somatizziamo. Non restiamo indifferenti o sordi al nostro corpo: una tensione o un dolore legato ad un’emozione, è un segnale che vuole essere notato, spesso è un messaggio che possiamo imparare a interpretare, parla di noi, di ciò che non vogliamo nella nostra vita.
Fermiamoci ad ascoltare il corpo, quel dolore o tensione, e iniziamo a respirare consapevolmente.
RESPIRIAMO CONSAPEVOLMENTE
Quando ci sentiamo agitati, proviamo a dare attenzione all’atto in sé del respiro, a come inspiriamo e come espiriamo. Questo semplice esercizio, ripetuto lentamente e senza sforzo per 4 o 5 volte, focalizza l’attenzione sul proprio corpo, e questo dopo un po’ si rilassa, e i pensieri negativi si allontanano dalla mente. Un esercizio che può essere più o meno di aiuto per tutti. Il respiro è vita. Il respiro ci accompagna dall’inizio fino alla fine dell’esistenza, in ogni momento, con o senza la nostra partecipazione consapevole.
Mettiamo nel nostro programma quotidiano un momento di respirazione consapevole, meglio se con una musica rilassante di sottofondo (sul web si trovano musiche adatte). Dedicare 15 o 20 minuti giornalmente a questi esercizi ha una funziona sia preventiva sia contenitiva rispetto alla tensione e all’ansia.
di Gabriella Ciampi
Psicologa
25 marzo 2020